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Zona A della Riserva di Ustica: Legambiente scrive al Ministro Costa

Il Sindaco di Ustica, in qualità di soggetto gestore, ha proposto di aprire alla libera balneazione la zona A di riserva integrale, come già avviene per le altre zone dell’Area marina protetta, per garantire il distanziamento sociale durante l’emergenza sanitaria.
Gli uffici del Ministero dell’Ambiente hanno accolto positivamente la richiesta che, nei fatti, declassa la zona A.

Il Presidente di Legambiente Stefano Ciafani il 3 luglio ha scritto direttamente al Ministro affinchè intervenga.

Pubblichiamo il testo della lettera.

 

Caro Ministro,
nei giorni scorsi abbiamo appreso con disappunto che gli uffici preposti del Ministero hanno accolto
positivamente la richiesta avanzata dal Sindaco di Ustica, in qualità di soggetto gestore dell’Area marina
protetta, di aprire alla libera balneazione la zona A di riserva integrale (oltre Cala Sidoti ed Acquario)
declassandola, in sostanza, a livello delle altre zone in cui è sottoposta a tutela l’Area marina protetta.
Consideriamo inopportuna la richiesta avanzata dal Sindaco, ma ci appare ancora più incomprensibile
l’accoglienza positiva da parte del Ministero che, nei fatti, declassa la zona A. Non abbiamo conoscenza di
una istruttoria tecnica, dei criteri con cui sono state valutate le proposte del Comune di Ustica e se sono
supportate da studi e valutazioni di incidenza realizzate secondo le norme vigenti, visto che l’area in
questione è tra le più importanti per presenza di biodiversità dell’intero bacino del Mediterraneo.
Occorre ricordare che Ustica è stata la prima Area marina protetta istituita nel nostro Paese, frutto di una
scelta consapevole da parte della comunità locale che, non senza sacrifici e contraddizioni, ha investito
nella tutela del suo mare nella speranza di un futuro all’insegna della crescita sostenibile. Negli anni l’Amp
dell’Isola di Ustica ha vissuto anche momenti difficili, soprattutto a causa di una gestione amministrativa
non positiva da cui con fatica era riemersa, in cui sembra ripiombata a causa di una improvvida decisione
che rischia di scardinare la tutela dell’Isola di Ustica con la scusa del COVID-19.
Non comprendiamo la decisione di autorizzare la balneazione, per i mesi di luglio e agosto, nella zona A di
riserva integrale a causa della emergenza sanitaria per garantire il distanziamento sociale, perché se
usassimo le stesse motivazioni addotte dal comune di Ustica, senza una adeguata istruttoria tecnico
scientifica e una valutazione politica della opportunità di accogliere tali richieste, l’intero e fragile sistema di
tutela del nostro mare protetto sarebbe messo in crisi. Una decisione, inoltre, che va in direzione contraria
a quanto ci chiede la Strategia della UE sulla biodiversità per il 2030 adottata il 20 maggio 2020. Proprio la
UE sostiene che la ripresa economica generata dalla crisi COVID-19 debba essere sostenuta da una
maggiore protezione della natura e degli ecosistemi e, in questa direzione, propone che almeno il 30% della
superficie terrestre e il 30% del mare sia tutelato, e impone che un terzo di queste aree sia rigorosamente
protetto. In sostanza più riserve integrali con tutela effettiva e il contrario di quanto propone il Comune di
Ustica che il Ministero ha autorizzato.
Per tutte queste motivazioni, e per non inficiare le scelte di una maggiore tutela dell’Amp che in tutti questi
anni la comunità locale ha sostenuto in maniera consapevole, ti chiediamo di rivedere il parere espresso
dagli uffici del Ministero poiché ci appare immotivato e inopportuno.
In attesa di un tuo positivo riscontro, ti invio cordiali saluti

Stefano Ciafani
Presidente nazionale Legambiente

 

 

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