Per il terzo anno consecutivo il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise(Pnalm) presenta il Rapporto Orso, con le attività di conservazione dell’orso marsicano realizzate nel corso dell’anno 2017 che sarà presentato lunedì 13 agosto a Scanno, uno dei comuni dell’area protetta.
La presentazione del rapporto, pubblicato dal periodico Natura Protetta edito dall’Ente parco, è una scelta di trasparenza e comunicazione pubblica che si deve all’attuale presidente Antonio Carrara che ribalta una precedente impostazione dei vertici del Parco che poco o nulla faceva sapere sullo stato di conservazione di questo straordinario plantigrado.
Nel rapporto vengono riportati i dati sulle varie attività svolte nel corso del 2017: monitoraggio, catture, gestione degli orsi confidenti, misure di prevenzione, accertamento dei danni e indennizzi, ispezioni del nucleo cinofilo antiveleno, monitoraggio sanitario e attività di comunicazione. Oltre agli aggiornamenti realizzati dalle Regioni interessate ( Abruzzo, Lazio e Molise) e le attività comuni di monitoraggio realizzate dalla rete delle Aree protette (Parco Nazionale della Maiella, Parco Regionale Sirente Velino, Riserva Regionale Monte Genzana Alto Gizio, Riserva Regionale Gole del Sagittario, Riserva Regionale Zompo lo Schioppo), e il contributo fornito dei Carabinieri Forestali.
Tra le attività comuni vengono riportati i dati della rete di monitoraggio tra le aree protette, che ha potuto documentare, attraverso la verifica delle segnalazioni e le analisi genetiche, la presenza di 10 orsi nei territori esterni al Pnalm e alla sua Zona di perimetrazione esterna (ZPE) e tra questi 3 genotipi nuovi nella popolazione di orso bruno marsicano.
Nel 2017, per la prima volta, dopo 12 anni di conteggi nel Pnalm, la linea spezzata che unisce i dati dei cuccioli nati nell’anno ha cambiato verso rispetto a quello atteso. Per la prima volta a un anno di nascite più numerose ne è seguito un altro. Per vedere crescere la popolazione di orso marsicano c’è bisogno di questo: che a una anno di nascite numerose ne segua un altro e un altro ancora.
Non è facile. Non sarà facile. Perché accada bisogna salvaguardare le orse in grado di riprodursi, ed evitare che muoiano per mano diretta o indiretta dell’uomo. Solo così si potrà rafforzare quel timido, ma importante, movimento di orsi fuori dall’areale storico del marsicano, com’ è accaduto quest’anno con la segnalazione di tre piccoli di orso nati nel Parco della Majella, e sperare di realizzare una popolazione diffusa sull’intero areale dell’Appennino Centrale. Ci sono segnali che vanno in questa direzione e questo deve rafforzare gli sforzi di tutti.
Infine, il Rapporto riporta gli ultimi risultati della ricerca sull’orso marsicano. Nel 2017 sono stati pubblicati 5 contributi scientifici su prestigiose riviste a livello internazionale. Tra queste, La ricerca sulla genomica che rassicura sulla capacità dell’orso di conservare un adeguato sistema immunitario e tranquillizza i ricercatori nell’immediato rispetto al rischio di una rapida estinzione della popolazione, ma continuano a preoccupare, nel medio-lungo periodo, gli effetti deleteri che la bassa variabilità genetica può provocare.