Roma, 15 luglio 2019
E’ urgente l’intervento del ministro dell’Ambiente Sergio Costa rispetto alle decisioni che la provincia autonoma di Trento sta prendendo sull’orso M49 in via del tutto autonoma e non autorizzata.
L’orso M49 non va abbattuto e bisogna agire in fretta. Perché la decisione irresponsabile della Provincia di Trento di procedere alla cattura dell’orso per rinchiuderlo presso il Casteller, a sud di Trento, da cui l’animale è scappato, ha aumentato il rischio per i cittadini e messo a repentaglio l’incolumità dell’esemplare che si trova ora a vagare in un contesto ancora più antropizzato di quello dove è stato catturato e senza radio collare.
All’inizio del mese, il ministro dell’Ambiente ha contestato, dichiarandola illegittima l’ordinanza di cattura dell’orso firmata dalla provincia e chiesto un parere al Consiglio di Stato. “Io l’avrei gestita differentemente” scrisse. “Voglio assolutamente che l’animale sia rispettato e che si applichino le adeguate misure affinché non accada quello già successo in passato con altri casi analoghi, insomma che non diventi un Daniza 2” aggiunse, e Legambiente condivide questa posizione.
“Per quanto autonoma, la provincia di Trento non è libera di agire al di fuori degli iter autorizzativi e non conformemente a quanto previsto dal Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro orientali – commenta il presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. In situazioni del genere l’emotività non paga, anzi può essere molto pericolosa. Come dimostrano i fatti accaduti la notte scorsa. Il ministro intervenga e la Provincia di Trento torni a ragionare su interventi gestionali condivisi, rispettando leggi e normative fatte appositamente per tutelare cittadini e fauna selvatica”.
Si ricorda che M49 è nato nell’ambito del progetto europeo Life Ursus il cui obiettivo era di reintrodurre esemplari dalla Slovenia per impedire l’estinzione della specie nel territorio.