La catena appenninica è caratterizzata da habitat naturali di grande complessità e ricchezza e da un profondo rapporto con l’uomo e le sue attività; può vantare la presenza di beni storici e culturali di rilevanza mondiale, di importanti sistemi insediativi rurali e montani, di grandi itinerari storico religiosi e si configura come il sistema naturale unitario di maggiore rilevanza ed estensione di tutto il paese, caratterizzato dalla più ricca presenza di aree naturali protette.
Tanti sono gli aspetti che possono caratterizzare l’intero arco appenninico come vero e proprio ponte tra l’Europa e il Mediterraneo. I motivi storici sono quelli che hanno permeato la vita delle genti che, da millenni e attraverso varie vicissitudini, si sono conosciute, a volte scontrate, molto spesso affiancate, sui territori appenninici.
La natura, poi, con i suoi tempi geologici, da centinaia di migliaia di anni governa la convivenza delle tantissime specie animali e vegetali che abitano in questo clima temperato o provengono dall’Africa o dall’Europa del nord. Oggi l’Appennino è un vero scrigno di eccezionale biodiversità tra i due continenti, finalmente protetto dalla più alta concentrazione di Parchi e Riserve d’Europa.
La presenza di così tante peculiarità, ma anche di così tanti legami e aspetti in comune, lungo tutta la dorsale appenninica, fece sì che nel dicembre 1995, Legambiente, regione Abruzzo e Servizio conservazione della natura del Ministero dell’Ambiente avviassero APE – Appennino Parco d’Europa, un percorso per mettere in rete le aree appenniniche protette e non, in una visione d’insieme, politica e culturale, moderna e innovativa, con una strategia di condivisione con le istituzioni e i cittadini. APE è un luogo di elaborazione e di condivisione di una strategia, un laboratorio dove sperimentare un “progetto” di conservazione della natura in rete. Il sistema delle aree protette dell’Appennino visto come una leva per perseguire un progetto di riequilibrio territoriale centrato sull’uso sostenibile delle risorse naturali, territoriali e culturali.
L’Appennino diventa così un grande sistema ambientale e territoriale di valore europeo e internazionale, caratterizzato da un’estesa e diffusa presenza di aree protette che comunica, a livello internazionale ed europeo, la straordinaria relazione venutasi a creare tra l’Appennino e l’istituto del parco inteso come strumento non solo di conservazione, ma anche di riscatto culturale, economico e sociale di aree segnate da secoli di marginalità, sviluppando le enormi potenzialità delle aree protette, dal turismo sostenibile ad attività tradizionali come l’agricoltura biologica e quella tradizionale, dall’artigianato locale e artistico all’allevamento di qualità.
Da questa idea nacque la Convenzione degli Appennini, con un piano d’azione diviso i 3 macroregioni, la prima Convenzione al mondo riguardante un’importante area montana, che riconosce il ruolo centrale dei parchi, che nasce sulla base di un’alleanza tra diversi soggetti istituzionali e realtà associative e che non scende dall’alto di protocolli e accordi internazionali.
Per dare forza, continuità e peso all’Appennino è necessario oggi attuare una strategia nazionale capace di proiettarsi sullo scenario euromediterraneo, attraverso un accordo istituzionale tra il Governo, le Regioni, gli Enti locali e quelli di gestione delle aree protette, aperto al protagonismo e al coinvolgimento delle associazioni, delle imprese e delle tante organizzazioni della società, in particolare del territorio. In questa fase andranno sviluppate più intense e continuative forme di collaborazione istituzionale e di coinvolgimento degli attori sociali, nazionali e locali.
Marchio Turismo Attivo e Sostenibile
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