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La flora

La fisionomia di un ambiente naturale è frutto di una lenta e progressiva evoluzione di animali e piante che, con le loro funzioni, contribuiscono a trasformare l’ambiente stesso. I primi vegetali ad occupare un territorio (le “specie pioniere”) si caratterizzano per la capacità di sopravvivere in condizioni estreme. Con le loro radici esse disgregano e alterano la roccia e con la sostanza organica prodotta dalla fotosintesi depositano l’humus, che permette la vita agli animali del terreno. Attraverso cicli di evoluzioni successive, si giunge ad uno stadio finale nel quale flora e fauna raggiungono una loro stabilità: è lo stadio di climax, che tende a restare stabile nel tempo, fino a quando nuove variazioni climatiche o forti alterazioni del suolo muteranno questo equilibrio. Mentre in passato questi cicli erano legati solo a processi naturali, oggi uno dei maggiori responsabili dei cambiamenti dell’ambiente è l’uomo.

Da questo si può capire quale ruolo fondamentale ricopra la flora nei cicli naturali.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Plant Biosystems e realizzato dal Gruppo per la Floristica, Sistematica ed Evoluzione della Società Botanica Italiana, l’Italia si colloca al primo posto in Europa per la biodiversità della flora vascolare (cioè delle piante dotate di un sistema linfatico) autoctona.

Nello specifico, si contano 8195 specie e sottospecie distribuite in 1092 generi e 152 famiglie, di cui 1708 sono gli endemismi (specie cioè esclusive del territorio italiano) e 26 probabilmente estinte. Le angiosperme, quindi le piante a fiore, contano in totale 8034 specie. Le regioni che hanno il più alto numero di entità autoctone sono, nell’ordine, il Piemonte, la Toscana, la Lombardia e l’Abruzzo.

Questa enorme ricchezza deve essere tutelata e valorizzata per non farla andare perduta nel giro di poco tempo e per mantenere ambienti di valore e che possano generare valore in questo meraviglioso quanto delicato Paese.

 

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