Il camoscio appenninico costituisce una delle entità faunistiche più rare in Italia, tanto da farlo inserire come specie prioritaria nell’Allegato II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e in altri regolamenti comunitari. E’ classificato come “vulnerabile” nella lista rossa dei mammiferi redatta nel 2008 dall’IUCN.
La sottospecie era, all’inizio del ‘900, sulla soglia dell’estinzione.
Nonostante i grandi successivi ottenuti negli ultimi anni con le reintroduzioni di molti esemplari in aree dove erano scomparsi, provenienti dalla colonia madre del parco d’Abruzzo, permangono ancora oggi delle minacce in grado di vanificare la salvaguardia del camoscio appenninico sul lungo periodo: il numero limitato, la diminuzione e la scarsa consistenza dei gruppi, la bassa variabilità genetica, le interazioni sanitarie a rischio.
Le azioni dei progetti mirati alla salvaguardia del camoscio appenninico, in particolare del LIFE Coornata (primo progetto a comprendere tutto l’areale individuato come idoneo per la sottospecie), mirano a contrastare concretamente tali minacce mediante il coinvolgimento di tutti gli enti gestori e le autorità competenti dei territori interessati.
A questo scopo Legambiente organizza forum locali, momenti di incontro e dibattito sul tema, favorendo la nascita di una rete di soggetti che, partendo dal tema della conservazione di questa sottospecie endemica del nostro Appennino, mettono in comune energie, conoscenze e competenze per una conservazione più generale dei nostri ecosistemi montani.
Uno degli strumenti principali previsti dalla strategia coordinata di conservazione della Rupicapra pyrenaica ornata, infatti, è stata proprio l’attivazione del Comitato di Coordinamento Permanente per la Conservazione del Camoscio appenninico che rappresenta il consolidamento operativo della pianificazione coordinata, voluta dal Ministero dell’Ambiente con l’attivazione del Tavolo Tecnico per il camoscio.
Censimenti:
Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise – autunno 2017: 598 individui, di cui 134 nati nell’anno.
Parco nazionale della Majella – luglio 2017: 996 individui, di cui 232 nati nell’anno.
Parco naturale regionale Sirente – Velino – autunno 2017: 45 individui, di cui 8 nati nell’anno.
Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga – estate 2016: 1000 individui
Parco nazionale dei Monti Sibillini – estate 2016: 100 individui
Documenti e progetti collegati:
Piano di conservazione post LIFE Coornata
Piano d’azione del camoscio appenninico