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Avvistata al Parco nazionale Abruzzo Lazio e Molise una femmina di Orso Marsicano con 4 cuccioli

Roma, 25 maggio 2020

Legambiente: “La presenza nel PNALM di una mamma orsa con 4 cuccioli è un’ottima notizia che rende merito al lavoro svolto in questi anni per tutelare questa specie a rischio.

Importante realizzare misure sempre più incisive: per salvare l’orso servono più parchi, più risorse, più conoscenza”

 

“La presenza documentata dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise di una mamma orsa con 4 cuccioli nel suo territorio, è un ottima notizia per la conservazione dell’orso bruno marsicano nell’appennino centrale. È un evento straordinario che rende merito al lavoro svolto in questi anni dalle aree protette abruzzesi per tutelare una specie a rischio di estinzione e conferma la necessità di realizzare misure più incisive di conservazione nell’areale di presenza dell’orso.

Proprio ieri, in occasione della giornata europea dei parchi, abbiamo ribadito la necessità di aumentare la tutela legale del nostro territorio fino a raggiungere l’obiettivo consolidato del 30% di aree legalmente protette entro il 2030, e tra queste ci sono richieste precise che riguardano le Regioni Abruzzo, Lazio e Molise di istituire il Parco regionale dei Monti Ernici e il Parco regionale dell’Alto Molise”, dichiara Antonio Nicoletti responsabile Nazionale Aree Protette e Biodiversità di Legambiente.

In questo modo – ricorda Legambiente – si realizzerebbe una grande rete ecologica per tutelare efficacemente l’orso bruno marsicano, ma anche per altre specie faunistiche a rischio, offrendo garanzie sui vincoli effettivi alle stesse popolazioni locali che allo stato attuale vivono le restrizioni teoriche delle direttive comunitarie e della rete natura 2000, senza avere nessuno scambio positivo in termini di sviluppo di queste aree a fronte delle limitazioni imposte seppur poco rispettate.

“Serve un patto – continua Nicoletti – tra le popolazioni appenniniche e le istituzioni (Regioni e Stato) in cui ognuno deve fare la propria parte. A partire dagli investimenti economici da parte di Regioni e Ministero da mettere in campo in maniera significativa per tutelare la specie, che attualmente ammontano a cifre ridicole, ed a fronte di questi investimenti occorre concordare con gli operatori e le comunità locale una strategia per mettere in sicurezza l’aerale dell’orso e promuovere il territorio adeguatamente. Concordiamo, infine, con lo sforzo che stanno attuando tutte le aree protette interessate dalla presenza dell’animale, di favorire l’espansione naturale dell’orso oltre i confini del solo Parco d’Abruzzo e per questo chiediamo al Ministro dell’Ambiente di mettere a disposizione anche delle aree protette regionali le risorse economiche che, seppur limitate, sono destinate solo ai Parchi nazionali. La tutela dell’orso è un compito nazionale a cui devono concorrere anche le Regioni, ma nel caso questo non avvenisse deve essere lo Stato centrale a sopperire alle mancanze perché la salvaguardia di questa specie non si può fermare davanti alle diverse competenze o davanti ai limiti amministrativi tra regioni”.

 

Legambiente Natura